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I quotidiani di carta stanno morendo, ma non così in fretta come crediamo. Lo scrive Poynter, rispondendo al grido d’allarme lanciato su Medium da Richard Tofel, presidente di ProPublica e già assistant publisher del Wall Street Journal, secondo cui “la carta stampata è più vicina al capolinea di quanto si voglia far credere.

Secondo un articolo firmato da Rick Edmonds, che con Tofel ha avuto uno scambio di mail, Tofel ha ragione quando sostiene che la diffusione delle copie cartacee dei quotidiani sta crollando, e più precisamente ad un tasso mediamente compreso tra il 5 e l’8% nel 2015, secondo quanto risulta a Poynter. Ma è anche vero che la tiratura reale è in genere inferiore ai numeri che persone come Tofel, che ha lasciato il Wsj ormai dieci anni fa, sono abituati ad aspettarsi.

Per esempio, 80mila copie “perse” dal Tampa Bay Times, altro non sono che quelle copie distribuite gratis e che oggi sono conteggiate in altre e nuove categorie, rispetto a quella un tempo in vigore della diffusione media totale.

Ma c’è di più. Secondo Poynter, occorre considerare il fatto che gli editori hanno alzato i prezzi delle singole copie consapevoli di perdere audience, al fine di reimpostare il tema dei ricavi.

Quella che Toefel descrive come un’inerzia per chi ancora non è passato dalla stampa al web, Poynters la chiamerebbe piuttosto preferenza. Senza contare che il 50% degli abbonati cartacei legge notizie locali solo sulla carta stampata, senza considerare le notizie locali online che, peraltro, il più delle volte sono gratis.

E se è vero che il 10% dei lettori abbonati ai quotidiani sottoscrive ormai abbonamenti digitali, per un totale complessivo di 180 milioni di utenti unici al mese, ciò significa che l’analisi di Tofel coglie elementi reali. Ma, secondo Poynter, non sufficienti a far presagire un’imminente catastrofe.

Fonte: www.primaonline.it

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