Copia di cronache rivisto OK
“L’entrata delle donne nel mondo del lavoro non ha cambiato le cose come la nostra generazione sperava. Spesso si giustificano le molestie con il fatto che le donne ci stanno, ma questo non conta nulla. Il punto è che le molestie maschili hanno a che fare con la lotta per il potere e, per questo, è importantissimo che le donne occupino le posizioni apicali”. Nell’applauditissimo intervento della regista Cristina Comencini è racchiuso il senso dell’evento ‘Cronache del dissenso. Media, molestie sessuali, disparità’, organizzato da Commissione pari opportunità Fnsi, Ordine dei giornalisti del Lazio, GiULiA giornaliste e Articolo21.
    Nella sede del sindacato dei giornalisti si sono confrontati direttori di testate e protagonisti del mondo dello spettacolo per sottolineare come la strada per arrivare alla parità di genere sia ancora lunga e tutta in salita. Rafforzare il ruolo dell’informazione nella battaglia delle donne contro gli abusi e, allo stesso tempo, ridurre le diseguaglianze tra i sessi nel mondo dei media: questo il messaggio lanciato dai partecipanti all’evento, dal quale – come evidenziato dalla presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni – è emerso un forte ‘gender gap’ nei salari e nelle carriere dei giornalisti.
   ”Oltre 450 giornaliste – hanno spiegato le organizzatrici - hanno firmato un mese fa un documento contro le molestie sessuali e le disparità, nei salari e nelle carriere, e per chiedere un forte ruolo dell’informazione nella battaglia delle donne contro gli abusi”. All’incontro erano presenti anche attrici come Jasmine Trinca e Michela Cescon, ma soprattutto tante giornaliste.
   ”In Rai ci stiamo muovendo per porre rimedio a questo stato di cose”, ha fatto sapere la presidente della tv pubblica, Monica Maggioni, ricordando che, oltre alla struttura adibita alla raccolta delle denunce di abusi, è stato attivato un monitoraggio sulla situazione salariale per comprendere quale sia la progressione di carriera e di stipendio. “I risultati arriveranno nelle prossime settimane – ha aggiunto -. E’ l’inizio di un percorso per intervenire poi con politiche concrete”.
   ”Per chi dirige una grande agenzia non c’è mai un giorno in cui ci si possa sentire tranquilli con la coscienza, perché se sbagliamo noi, sbagliano in tanti”, ha sottolineato il direttore dell’ANSA, Luigi Contu, spiegando che la tempestività nella
produzione delle notizie è un elemento con cui fare i conti nella scelta del linguaggio appropriato, anche in un settore così delicato come quello della parità tra generi. “In ANSA – ha raccontato Contu – è nato un gruppo di lavoro tra le colleghe che sta lavorando su queste tematiche per offrire nuovi strumenti di riflessione sul linguaggio da utilizzare”.
   E’ intervenuto anche il direttore de La Stampa, Maurizio Molinari, affermando che per vincere questa sfida “è necessario il coinvolgimento di tutti”, occorre seguire l’approccio che si sta dimostrando vincente negli Usa, dove sull’onda del caso
Weinstein “ogni volta che una donna viene molestata sono i diritti di tutti che vengono colpiti”. Sulla stessa linea il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, che ha ricordato come la Costituzione inviti tutti alla rimozione degli ostacoli all’uguaglianza tra generi. La corrispondente del New York Times, Gaia Pianigiani, ha parlato, invece, del lavoro di inchiesta che ha aiutato il movimento #metoo e la decisone del quotidiano statunitense di istituire una “gender editor”.
Fonte: ANSA
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