Ossigeno-per-lInformazione

Aumentano ancora. Sono i numeri delle minacce e degli abusi contro i giornalisti nel nostro Paese. Li monitora dal 2006 l’Osservatorio nato in seno all’Ordine dei giornalisti e al sindacato di categoria, “Ossigeno per l’informazione” diretto dal giornalista Alberto Spampinato. Secondo l’ultimo report annuale presentato oggi alla Federazione nazionale della Stampa a Roma dall’inizio dell’anno ben 150 cronisti nel nostro Paese sono stati oggetto di intimidazioni, pressioni, minacce e abusi. Un dato che – come spiega Spampinato – “sembra non allarmare la stampa italiana mentre è motivo di attenta osservazione  da parte dei colleghi stranieri”. Perchè? “Perchè siamo una anomalia – spiega:   fra i Paesi che hanno nella propria Costituzione la tutela, sulla carta, del principio della libertà d’informazione come cardine della democrazia siamo quello in cui viene maggiormente e in maniera pericolosa, violato”. Una contraddizione che allarma il resto d’Europa e che ci fa stare sotto la lente d’ingrandimento come un potenziale  virus contagioso.

Libertà di stampa a rischio. “I casi sono aumentati del 50 per cento rispetto alla media degli ultimi tre anni – spiega nella sua analisi introduttiva il direttore di Ossigeno. Chiediamo qui più impegno – soprattutto durante il semestre italiano di presidenza europea – da parte della politica e del Governo, perché la tenuta della libertà di stampa è la tenuta della democrazia”.  In totale l’Osservatorio ha registrato in Italia 1837 vittime di intimidazione dal 2006 a oggi. Una elaborazione dei 1227 episodi del 2011-2014 rivela la seguente composizione qualitativa: avvertimenti 43%, aggressioni e danneggiamenti 21%, querele pretestuose e altri abusi del diritto 36%. “Molte di queste intimidazioni – ha detto Spampinato – sono rese possibili da norme concepite in modo punitivo nei confronti dei giornalisti, da norme che consentono facili abusi, quali ad esempio le querele pretestuose, da procedure che non permettono di punire i prevaricatori. Inoltre ci sono bavagli che possono essere imposti senza incorrere in sanzioni. A rendere efficaci e impunibili molte intimidazioni concorre la disattenzione dei media e delle autorità, una disattenzione che è ingiustificabile di fronte alla vastità e alla gravità del fenomeno. Ogni paese deve affrontare questi problemi perché queste cose non accadono solo in Italia”. “Per una buona legge sulla diffamazione – ha aggiunto il segretario dell’Osservatorio, Giuseppe Mennella, basterebbe adottare un testo che rispetti gli standard europei”. Malumore è emerso, infatti, per il testo di legge che giace in Parlamento e che sarà discusso nelle prossime settimane.  All’incontro di presentazione del rapporto annuale di “Ossigeno” hanno preso parte oltre al direttore e al segretario dell’Osservatorio, Alberto Spampinato e Giuseppe F. Mennella, il presidente della Fnsi, Giovanni Rossi,che ha ricordato l’impegno del sindacato su questo versante e Daniela Stigliano,  il vice segretario della Fnsi che ha invece sottolineato all’interno dei percorsi europei  la necessità di una profonda autocritica da parte del sindacato che “pur rimanendo unitario deve saper prendere atto delle diverse situazioni in cui si trovano a lavorare i giornalisti”. Con loro a presentare il rapporto 2013-14 tre giornalisti che hanno portato la loro testimonianza su recenti episodi intimidatori di cui sono stati vittime: Claudio Pappaianni, Andrea Cinquegrani e Claudio Ceraso.

Tre casi simbolo del 2013. Raccontavano una classe dirigente locale che poco dopo è diventata un pezzo importante della classe dirigente alla guida del Paese. E’ accaduto al periodico “La Voce delle Voci” che per anni si è occupato di inchieste delicate su camorra, politica e malaffare in Campania ma che in questi mesi ha visto pignorata la testata, a rischio chiusura, per un errore giornalistico, subito rettificato, che secondo i magistrati ha portato una diffamazione da risarcire con una cifra pari a 9o mila euro (clicca qui per leggere l’inchiesta) A raccontare questa storia durante la presentazione del rapporto di Ossigeno Andrea Cinquegrani che aggiunge “contestiamo la sproporzione della richiesta per un fatto che abbiamo subito provveduto a precisare nell’edizione successiva alla pubblicazione dell’inchiesta che coinvolgeva il figlio di Antonio Di Pietro e il diploma rilasciato da una scuola superiore”. Sempre in Campania, Claudio Pappaianni, collaboratore de l’Espresso denuncia un clima di intimidazione e di silenzi sul caso che coinvolge un imprenditore locale e un boss della camorra (clicca qui per leggere l’inchiesta). Silenzi che anche in Umbria pesano. Li racconta Carlo Ceraso di TuttoOggi.info,  la testata è stata oggetto di una richiesta di  sequestro preventivo degli articoli sulle intercettazioni relative all’inchiesta che ha travolto buona parte del management della Banca Popolare di Spoleto, l’istituto messo in sicurezza lo scorso febbraio da Bankitalia (clicca qui per leggere la notizia).

Precari e giornalisti locali nel mirino: il progetto di monitoraggio si estende all’estero. Due le categorie particolarmente sensibili alle minacce nel 2013: i redattori delle testate locali e i precari: “I corrispondenti locali – ha concluso, infatti, Spampinato – sono le vere, uniche sentinelle sul territorio. Fanno un lavoro rischioso, spesso lontano dai riflettori. Dobbiamo trovare il modo di tutelarli. Così come i precari, ancora più esposti ai ricatti, perché privi di assistenza legale e pagati pochi euro”. Con il progetto “Safety Net for European Journalists”, coordinatodall’Osservatorio Balcani e Caucaso (OBC) di Rovereto, sostenuto dalla Commissione Europea, la difesa della libertà di informazione basata sul monitoraggio delle intimidazioni a giornalisti e blogger e sull’assistenza alle vittime, condotta in Italia da “Ossigeno per l’Informazione, si è estesa ad altri dieci paesi. E oggi durante la presentazione del rapporto è stato presentato questo documento che se da un lato porta all’estero la visibilità dell’  ”anomalia” italiana, dall’altra esporta anche una buona pratica: il metodo di monitoraggio messo a punto da “Ossigeno” e che diventa progetto- pilota per l’Europa.

14 aprile 2014

http://www.liberainformazione.org/2014/04/14/ossigeno-150-cronisti-vittime-di-minacce-e-abusi/

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