Rai

Entro dicembre si faranno le nomine Rai. Alle reti e alle testate giornalistiche. Antonio Campo Dall’Orto vuole cominciare a dare il segno di un cambiamento, se non di una rivoluzione. Del linguaggio, dei contenuti, delle piattaforme. Il caso della puntata di Vespa con i Casamonica ha accelerato il lavoro dei nuovi vertici di Viale Mazzini. Ora il direttore generale è impegnato nel crearsi una squadra di collaboratori. L’obiettivo è cancellare l’eredità dei tre dg precedenti: Masi, Lei e Gubitosi. Poi toccherà ai direttori.
Il ricambio ha dunque ragioni legate sia alla mission delle persone volute da Renzi sia alle scadenze della programazione.
Dicembre infatti è l’ultimo mese utile: i nuovi capi delle reti dovranno infatti lavorare ai palinsesti del 2016. Ma attenzione: Campo Dall’Orto vorrebbe intervenire anche prima. «Non sul prime time ma qualcosa possiamo fare subito per la seconda serata», ha confidato ieri adesso che la bufera su Porta a porta è passata. Non ci sarà un intervento immediato su Vespa. A parte l’incidente di martedì, i suoi ascolti sono inattaccabili.
Ma se un programma arranca, il direttore generale ha intenzione di intervenire subito perchè i margini sulla pubblicità già venduta sono maggiori rispetto al prima time. I direttori comunque arriveranno presto. E nei corridoi di Viale Mazzini resistono alcuni nomi già usciti nelle scorse settimane. La produttrice Simona Ercolani al posto di Angelo Teodoli a Raidue. Andrea Salerno, autore e manager Fandango, in sostituzione di Andrea Vianello alla terza rete. Maria Pia Ammirati a Raiuno se andrà in porto la nomina di Giancarlo Leone alla vicedirezione generale con delega sul prodotto. Ma la squadra, dice Capo Dall’Orto, è fondamentale e viene prima delle scelte sui direttori e sui giornalisti. Si parla di ruoli più defilati ma necessari per mettere le mani sulla macchina gigantesca di Viale Mazzini e Sax Rubra. Dal personale alla pubblicità, dalla gestione finanziaria alle relazioni con l’esterno. Il prossimo consiglio di amministrazione è convocato il 24 settembre. Già in quella sede si misureranno alcuni spostamenti fondamentali. «Benvenuti all’inferno» è stato il saluto rivolto al dg dagli amici che ha in Rai dopo il caso Vespa. «Speriamo che non succeda più», ha risposto Campo Dall’Orto. Ma di casi simili ce nesaranno ancora. Allora il progetto è almeno far marcia insieme momenti di difficoltà con la politica all’assalto della programmazione Rai e novità visibili e sostanziose nel prodotto. Per questo la puntata di “Porta a Porta” ha dato un’accelerata al lavoro di Monica Maggioni e del direttore generale. La prossima volta non bisogna farsi trovare impreparati avendo già mandato segnali concreti di discontinuità. Il programma dell’altro giorno non è piaciuto nemmeno al governo. Lo dice con chiarezza il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli.
«Una cosa è certa, di fronte a critiche e obiezioni la risposta non può essere la citazione dei dati Auditel. Semmai la valutazione in questi casi è di opportunità», bacchetta Giacomelli. La Rai che chiede l’esecutivo, azionista dell’azienda, ha al contrario l’obiettivo di non essere schiava degli ascolti, almeno non sempre. «La discussione – sostiene Giacomelli – sta pienamente dentro il tema di come si declinano il ruolo e la funzione del servizio pubblico, tema che considero fondamentale. Su una Rai affrancata dalla dittatura degli ascolti il direttore generale ha detto nei giorni scorsi cose chiare e condivise». Perciò non regge il paragone con altri mezzi d’informazione giustificandosi con il fatto che quotidiani e Tv private hanno assunto nei giorni scorsi iniziative analoghe».
Insomma, secondo Giacomelli, bisogna ricordarsi, almeno alla Rai, che «hanno un peso importante anche il contesto e il linguaggio televisivo che si scelgono, la completezza informativa e l’adeguato contraddittorio».
Alle parole del sottosegretario si associa il deputato della Vigilanza Michele Ansaldi: «Ha ragione Giacomelli, dal nuovo Dg Rai nei giorni scorsi erano venute parole chiare. Ora la commissione lo ascolti subito sui Casamonica a Porta a porta». Insiste nelle sue critiche anche Ignazio Marino: «Perchè devo pagare il canone se poi qualcuno mi porta nel salotto di casa quella famiglia che abbiamo criticato per la sbagliata manifestazione di potere del funerale?».

Fonte: www.primaonline.it

1.249 visite