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Nessuna richiesta di appartenenza politica – tantomeno una dichiarazione di voto – ai giornalisti che partecipano a trasmissioni di approfondimento in qualità di opinionisti. Ma la doppia necessità di esplicitare da parte dei giornalisti il sostegno ad una tesi di discussione e da parte del conduttore tesi e opinioni diverse. Questo il senso del regolamento sulla par condicio varato dall’Agcom in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo sul quale si è scatenata un’accesa polemica. Tanto da indurre l’Ordine dei giornalisti, di intesa con la Fnsi, a chiedere un chiarimento all’Authority.

«Ringraziamo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per la tempestiva precisazione che dirada alcuni dubbi. Resta però il vizio genetico del regolamento che non avrebbe dovuto specificamente individuare il giornalista come un soggetto che sceglie a priori di sostenere una tesi essendo il giornalista tenuto per legge al rispetto della verità che può e deve anche dinamicamente percepire». È il commento del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, e del segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.

Nella risposta ai rappresentanti degli organismi di categoria, l’Authority precisa che “è indispensabile garantire, laddove il format della trasmissione preveda l’intervento di un giornalista o di un opinionista a sostegno di una tesi, uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali in ossequio al principio non solo del pluralismo, ma anche del contraddittorio, della completezza e dell’oggettività dell’informazione stessa, garantendo in ogni caso la verifica di dati e informazioni emersi dal confronto”.

Tale disposizione, spiegano all’Agcom, “fa riferimento al caso specifico di programmi extra tg il cui format venga focalizzato, sull’approfondimento, esclusivo o prevalente, di un tema specifico, rilevante in merito alla posizione assunta, nei diversi programmi elettorali, dai soggetti politici in competizione. In questa particolare circostanza, ove il format tematico della trasmissione preveda l’invito di esperti a sostegno di una tesi, rispetto al tema specifico trattato, si richiede sia posta particolare attenzione anche ad altre posizioni che caratterizzano il dibattito politico-elettorale su quello specifico argomento, garantendo la verifica di dati e informazioni emersi dal confronto”.

Dunque un disposizione che, in attuazione del generale principio di un “equilibrato contraddittorio” da osservare all’interno delle singole trasmissioni riconosce l’osservanza di tale principio nella generale dialettica interna ai programmi di approfondimento legati all’attualità della cronaca su temi di informazione politico-elettorale.

“Non rientrano in questa casistica trasmissioni di approfondimento caratterizzate da format diversi da quello nei quali gli esperti non siano invitati in ragione del loro sostegno ad una tesi in un format tematico”, spiega infine l’Autorità che conclude la nota di chiarimento facendo presente che “la legge primaria vieta di fornire, anche in forma indiretta, indicazioni di voto o manifestare le proprie preferenze di voto sottolineando in particolare che i registi ed i conduttori sono altresì tenuti ad un comportamento corretto ed imparziale nella gestione del programma, così da non esercitare, anche in forma surrettizia, influenza sulle libere scelte degli elettori”.

PER APPROFONDIRE
In allegato la nota con i chiarimenti interpretativi forniti dall’Agcom su sollecitazione di Fnsi e Ordine.
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