Al di là della facile propaganda pro e contro l’Ordine, vediamo, punto per punto, con l’attuale legislazione italiana, cosa succederebbe se, oggi, fosse davvero abolito, tout court, l’Ordine dei giornalisti.

  • Autonomia professionale

La cancellazione della legge 63/69 che ha istituito l’Ordine dei giornalisti farebbe sparire il riferimento all’autonomia professionale.

  • Poteri disciplinari ai datori di lavoro

I poteri disciplinari per il rispetto della deontologia oggi a carico del Consiglio di disciplina ricadrebbero in capo al datore di lavoro.

  • Aziende-veline

I giornalisti sarebbero sottoposti a un potere di indirizzo totale da parte delle aziende.

  • Direttori dirigenti d’azienda

Toglierebbero ai direttori responsabili delle testate (che proprio per legge devono essere giornalisti) il ruolo di garanti di quella stessa autonomia e quindi il potere di contrasto nei confronti degli editori a difesa delle redazioni.

  • Lavoro giornalistico non riconosciuto

Senza Ordine mancherebbe il soggetto titolato a definire e riconoscere la natura giornalistica del lavoro svolto.

  • Dipendenti senza contratto

Senza Albo diventerebbe impossibile riconoscere l’attività giornalistica dipendente, cui si applicano i contratti di lavoro e le redazioni si riempirebbero di impiegati non più garanti del dovere di informare.

  • Freelance amatoriali senza professione

Senza Albo freelance e precari che già oggi se la vedono col “libero mercato”, non avrebbero alcuna prerogativa rispetto a qualsiasi altro competitor amatoriale o professionale.

  • Giornalisti senza categoria

Sarebbe difficile sostenere che esista una categoria che di fatto si identifica con chi è iscritto all’Albo.

Da “Tabloid 2/13″ – Bimestrale Ordine dei giornalisti della Lombardia

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