L'Unità

«L’editore de l’Unità ha ormai superato ogni limite. La pretesa di condizionare il pagamento degli stipendi al ritiro di azioni di pignoramento promosse da alcune giornaliste che hanno vinto cause contro l’azienda non ha niente a che vedere con la normale dialettica sindacale, ma rappresenta un vero e proprio ricatto perché punta a impedire alle lavoratrici il legittimo riconoscimento di diritti individuali». Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, commenta così l’ultimo episodio della difficile vertenza che coinvolge i giornalisti del quotidiano.

«Il contenuto della mail inviata dall’editore al comitato di redazione de l’Unità  – prosegue – nella quale alla richiesta di certezze sul pagamento degli stipendi e sulla data della loro erogazione l’editore risponde testualmente “appena fate ritirare il pignoramento dalle vostre colleghe”, è da questo punto di vista grave e inequivocabile. È auspicabile che chi ha ancora a cuore le sorti del giornale fondato da Antonio Gramsci intervenga immediatamente e senza alcun indugio».

Ai colleghi de l’Unità, che hanno proclamato un altro giorno di sciopero, la solidarietà e il sostegno della Federazione nazionale della stampa italiana.

Di seguito il comunicato del Cdr de l’Unità
Volete che vi paghiamo gli stipendi? Convincete i vostri ex colleghi a rinunciare ai loro diritti. Anche questo accade a l’Unità, il giornale dei lavoratori, fondato da Antonio Gramsci. Le provocazioni della proprietà sono diventate ormai, da tempo, il nostro amaro pane quotidiano. Ma quest’ultima ha superato ogni limite e rischia di diventare un pericoloso precedente nel mondo dell’editoria. Alla richiesta del Cdr di sapere quando sarebbero stati pagati gli stipendi di aprile, la risposta dell’amministratore delegato de l’Unità srl, è stata: «Appena farete ritirare il pignoramento dalle vostre colleghe». Questa risposta, messa nero su bianco, si definisce in un modo solo: un ricatto. A questo siamo arrivati: dei lavoratori per ottenere il dovuto, dovrebbero “persuadere” ex colleghi, che avevano perso il posto di lavoro, a rinunciare a un diritto acquisito e riconosciuto da sentenze di tribunale. Siamo allo scatenamento di una “guerra tra poveri”, al miserabile tentativo di sancire che i nostri diritti si realizzano solo se calpestano altrui diritti! La peggiore legge della giungla. Cosa ha da dire in proposito il Partito Democratico, che ancor oggi è socio di minoranza, attraverso la Fondazione Eyu, de l’Unità srl?. E non ha niente da eccepire il neo rieletto segretario del Pd? Noi non ci presteremo a questo ricatto. L’Unità rischia di diventare il laboratorio del peggio nelle relazioni sindacali. Diritti calpestati, decisioni umilianti prese dall’azienda, come quella di pagare il 5 per cento delle retribuzioni. A chi si comporta in questo modo, risponderemo, col supporto della Fnsi, ricorrendo nelle sedi giudiziarie competenti per denunciare questi comportamenti e per ottenere sanzioni contro la proprietà previste dalla legge. Alle azioni legali, affiancheremo, come già avvenuto, iniziative di lotta. Domani l’Unità non sarà in edicola. Una scelta sofferta, che paghiamo di persona. Ma lo facciamo con la convinzione di essere dalla parte della ragione. E che assieme ai nostri diritti di lavoratrici e lavoratori, stiamo difendendo il senso di una storia, e di una testata, che altri stanno infangando.

Fonte: www.fnsi.it

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