Di Trapani

“All’esito del confronto valuteremo se partecipare all’elezione del consigliere scelto dai lavoratori. Crediamo alla partecipazione, ma non vogliamo essere la foglia di fico in una situazione che sancisce il controllo di Parlamento e governo”. Così il segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani, nel corso della conferenza stampa convocata con il segretario Fnsi, Raffaele Lorusso, per dire no alla riforma Rai, in discussione nell’Aula del Senato. “Questo testo – ha aggiunto Di Trapani – non fa altro che ripercorrere le orme della Gasparri: lascia i partiti nella Rai e rafforza il ruolo del governo. E’ vero che è stata introdotta la scelta dei consiglieri tramite curricula, ma non per i due nominati dal governo, compreso l’amministratore delegato. Nessun riferimento c’è alla concessione, anzi si dice che la Rai è l’attuale concessionaria, senza dire nulla sul domani. Condividiamo l’urgenza di una riforma, ma proponiamo di utilizzare agosto per un confronto approfondito per arrivare a un testo che parta dalla mission”. Sulla stessa linea Lorusso, secondo il quale “la Rai non è materia da blitz estivi. Serve quindi un supplemento di discussione, perché non ci sono le condizioni per parlare né di uscita dei partiti dalla Rai, né di superamento della Gasparri. Crediamo che ci siano i margini per ridiscutere il testo e gettare le basi per un vero servizio pubblico”. Sono intervenuti anche l’ex senatore Pd, Vincenzo Vita, che, portando l’adesione di Articolo 21 all’iniziativa, ha affermato che “con questa riforma la Rai torna ad essere sotto l’egida del governo. Serviva una riforma di sistema, non una riforma mal fatta della Rai, che porta a autoritarismo consociativo”. La senatrice di Sel, Loredana De Petris, ha invece puntato il dito sulle modalità di nomina dei direttori, con il parere in certi casi vincolante del cda, che “porta al sistema vecchio della spartizione delle direzioni dei tg”.

Fonte: Ansa

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