libertà-stampa

Sono stati 65 i giornalisti uccisi nel mondo mentre svolgevano il loro mestiere nel 2017. Lo rileva l’ultimo rapporto di Reporters sans frontières (Rsf), sottolineando che i dati mostrano un leggero calo rispetto ai 79 che hanno perso la vita lo scorso anno, equivalente a una riduzione del 18%. E in generale rispetto agli ultimi 14 anni.  Tra i reporter uccisi nel 2017 ci sono 50 giornalisti professionisti, sette blogger e otto collaboratori dei media.

 Nel rapporto Reporters sans frontières ritiene che si tratta comunque di dati “allarmanti”, anche se la riduzione dei giornalisti uccisi è costante dal 2012.

   Oltre ai 65 reporter morti nello svolgimento della loro professione, l’organismo con sede a Parigi parla di 326 giornalisti detenuti nel mondo, 54 in ostaggio e 2 scomparsi. Tra i 65 giornalisti uccisi 55 sono uomini e 10 donne. Ventisei di loro hanno perso la vita al lavoro, vittime collaterali di un contesto letale (bombardamenti, attentati). Altri 39 sono stati assassinati, finiti direttamente nel mirino per le loro inchieste scomode su interessi politici, economici o mafiosi. Come l’anno scorso, la parte dei giornalisti colpiti in modo deliberato è quella più importante (60%).

La maglia nera del Paese più pericoloso resta alla Siria, con 12 giornalisti uccisi recensiti, davanti al Messico (11), Afghanistan (9), Iraq (8) e Filippine (4). Negli ultimi 15 anni i giornalisti uccisi sono stati 1035. Rsf si congratula tuttavia per la “crescente consapevolezza” da parte di istituzioni internazionali e media della necessità di proteggere maggiormente i cronisti come anche moltiplicare le campagne di sensibilizzazione.

Fonte: Ansa

 

 

10.871 visite